Conte

Conte: “Scudetto con l’Inter un capolavoro. In due anni fatto lavoro straordinario”

Antonio Conte ritorna sul suo passato all’Inter

Lunga intervista concessa da Antonio Conte alla Gazzetta dello Sport e in edicola oggi. L’allenatore del Tottenham tra gli altri argomenti si è soffermato sul suo biennio con l’Inter culminato con la conquista dello scudetto che l’allenatore leccese definisce “vero capolavoro”. Questi i passaggi più importanti.

“Il biennio con l’Inter premiato con uno scudetto di cui nel tempo si capirà meglio la straordinarietà per la mole di lavoro svolta in soli due anni per vincerlo, abbattendo l’egemonia della Juve, aveva lasciato tante tossine da smaltire. Un lavoro totalizzante e durissimo, culminato nella gioia per il risultato raggiunto, ma anche nella grande delusione per il cambio di programmi e prospettive che hanno portato alla separazione”.

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Vincere qui (Tottenham, ndr) è la sfida più grande della sua carriera?
Ho sempre preso squadre che venivano da momenti difficili, in cui si doveva ricostruire: la Juve era fuori dalle Coppe, la Nazionale era uscita ai gironi al Mondiale 2014, il Chelsea veniva da un decimo posto, l’Inter non vinceva dal 2010… Non ho mai fatto scelte comode, ma questa del Tottenham è certamente la più difficile e per questo anche la più stimolante.

Il capolavoro della sua carriera invece qual è stato?
Ricreare il ciclo della Juve è stato duro, perché ce la giocavamo contro il Milan di Ibra, Nesta e Thiago Silva; contro l’Inter del Triplete e il Napoli di Cavani, Lavezzi e Hamsik… Ma il vero capolavoro è stato lo scudetto con l’Inter. In due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva. Se non ci fossimo stati noi a interrompere il ciclo bianconero, la Juve sarebbe ancora lì davanti. Quando batti qualcuno, ne mini le certezze.

Avrebbe mai pensato sei mesi fa di ritrovarsi in Premier con Lukaku e Ronaldo?
No, assolutamente. Non pensavo potesse finire la mia avventura nerazzurra.

Lukaku Conte
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Più stupito della partenza di Romelu o di CR7?
Sono situazioni diverse. Ma quando si crea l’opportunità di tornare da protagonisti in Premier è difficile dire no. Sicuramente la loro partenza ha impoverito il calcio italiano. Sono due stelle.

E ha avvantaggiato magari la fuga in vetta di Milan e Napoli… Come vede la corsa scudetto?
Al momento sembra una corsa a tre insieme all’Inter. Ma ora sono impegnato a pensare a chi lotta al vertice in Premier…

Quale è la prima differenza percepita nel ritornare in Premier rispetto alla Serie A?
La maggiore intensità e il minore tatticismo che rendono le partite più spettacolari. Si va a folate continue. C’è un atletismo diverso. Se un giocatore non è forte, veloce e resistente, in Premier non può giocare. Anche i giocatori piccoli qui sono fatti di granito. Il campionato inglese ti migliora: vale per i calciatori, ma anche per gli allenatori. Ed in generale è l’ambiente intorno, lo spettacolo in campo, il rispetto per i protagonisti, la maniera di vivere la partita come un grande evento sportivo che è diversa rispetto all’Italia. Qui si respirano meno veleni e polemiche.