Timo Werner

Alla scoperta di Timo Werner, possibile erede di Lautaro Martinez

Approfondimento su Timo Werner

Il destino di Lautaro Martienz sembra ormai designato con il calciatore argentino che si avvia a lasciare l’Inter per andare al Barcellona. Tra i profili seguiti dalla società nerazzurra per sostituirlo c’è anche l’attaccante 24enne del Lipsia Timo Werner. Conosciamolo meglio.

Cresciuto nel settore giovanile dello Stoccarda, sua città natale, esordendo in prima squadra nella stagione 2013-2014, collezionando 30 presenze e realizzando 4 gol. Nella stessa stagione ha debuttato anche in Europa League. Dal 2017 è entrato nel giro della Nazionale maggiore prendendo parte ai Mondiali in Russia nel 2018.

Attaccante completo, capace di svariare su tutto il fronte d’attacco, velocissimo con e senza palla, abile nel dribbling e nel gioco aereo. E i numeri, nel quadriennio al Lipsia, fanno paura: 91 gol in 152 presenze, ovvero più di un gol ogni due partite di media. I fischi e i cori con cui convive da anni non lo scalfiscono affatto: giocare, eventualmente, sotto la pressione di un San Siro gremito non dovrebbe essere un problema.

Il tedesco non è un giocatore che rende al top solo se vincolato ad un unico schema. In questa stagione la sua squadra ha proposto le più disparate disposizioni tattiche: dal 3-4-3 al 4-4-2, passando per il 3-5-2, 4-2-2-2, 4-2-3-1 e 4-2-4. Werner è quindi un attaccante completo che sa adattarsi ad ogni modulo, e sarebbe la spalla perfetta di Romelu Lukaku nel 3-5-2 dell’Inter.

Ciò che lascia sgomenti tanto quanto i suoi numeri, però, è un serio problema fisico che lo affligge. Il giovane attaccante, infatti, sembra soffrire di una patologia circolatoria che coinvolge l’udito, rendendolo estremamente sensibile ai rumori forti. Il problema si è già presentato anche in campo: nel 2017, durante un match di Europa League alla Vodafone Arena – uno degli stadi più caldi al mondo -, dove i tifosi del Besiktas fischiarono talmente forte che il ragazzo (nonostante i tappi nelle orecchie) fu costretto a chiedere il cambio dopo appena mezz’ora di gioco, in preda a nausea e giramenti di testa.