Roberto D’Aversa alla vigilia di Parma-Inter
Giornata di vigilia anche per il Parma di Roberto D’Aversa che domani sera ospiterà l’Inter nella nona giornata del girone di ritorno. L’allenatore dei ducali, ha così parlato alla vigilia della sfida con i nerazzurri.
“Il modo di affrontarla rimane lo stesso. Avremo una partita molto difficile considerando il valore di questa squadra. E’ pure vero che, anche a detta loro, se vogliono avere una possibilità di vincere lo Scudetto non possono permettersi più passi falsi e quindi verranno sicuramente qui per fare un risultato pieno. Detto questo, dobbiamo ragionare sapendo che di fronte abbiamo una squadra forte. Dobbiamo rispettarla ma comunque dobbiamo essere volenterosi e vogliosi di metterli in difficoltà perché lo abbiamo fatto nel girone d’andata e anche perché il calcio, a volte, dice il contrario di quello che potrebbe essere il verdetto finale in base ai valori iniziali. Non sarà una partita semplice ma siamo vogliosi di far bene e di cercare di portare a casa un risultato positivo”.
A Milano il Parma fece una gran partita: che cosa si potrà ripetere e cosa invece cambierà dopo un girone?
“Nella partita d’andata, soprattutto nel primo tempo, credo che abbiamo fatto molto bene perché i tre attaccanti hanno lavorato in maniera diversa e hanno lavorato in maniera molto positiva. Hanno partecipato in entrambe le fasi e questo ci ha portato dei vantaggi anche per poi andare a sfruttare le occasioni da gol come poi è successo nelle due circostanze delle reti segnate. Indipendentemente dalla situazione tattica, che può variare perché di fronte avremo una squadra che rispetto al girone d’andata ha cambiato un po’ modo di giocare visto che sfrutta comunque le ampiezze ma ha un vertice alto anziché un vertice basso quindi con meccanismi e movimenti un po’ diversi, sarà molto importante l’interpretazione e il saper fare entrambe le fasi in maniera corretta per cercare di portare a casa un risultato positivo”.
Nell’Inter potrebbe mancare Brozovic. Come cambia l’Inter eventualmente senza di lui e con Eriksen in quella posizione particolare che gli ha ritagliato Conte?
“Credo che possano giocare con i due mediani tra Barella e Gagliardini, con Eriksen vertice alto. Cambia che sotto l’aspetto tattico, rispetto al girone d’andata, fanno qualcosina di diverso e dovremo essere pronti a cercare di concedere il meno possibile. Sappiamo che cercano di sfruttare sia gli attaccanti che le ampiezze, sappiamo cosa fanno loro ma dobbiamo essere bravi a mettere sul campo le conoscenze della squadra avversaria per quanto riguarda i loro pregi ma anche i loro difetti. Sicuramente sarà una partita difficile ma possiamo metterli in difficoltà se andiamo in campo nel migliore dei modi cercando di limitare gli errori che possono essere pagati a caro prezzo”.
Sul piano offensivo il Parma sta facendo vedere ottime cose. Considerato che si gioca ogni tre giorni, quali sono le carte che potrebbe giocare per mettere in difficoltà l’Inter?
“Io credo che, in questo momento, sia coloro che stanno giocando sia coloro che non stanno giocando stanno dimostrando di avere un’ottima forma fisica. E’ chiaro che c’è qualcuno che ha fatto un percorso diverso. Mi viene in mente Karamoh che, considerati gli ultimi cinque mesi tra infortuni e quant’altro, si allena in gruppo con la squadra solamente da un paio di settimane e quindi sotto l’aspetto della condizione fisica è più indietro rispetto agli altri pur essendo un calciatore importante, un giocatore che all’andata ha fatto una gran partita e che stava facendo molto bene prima che arrivasse l’infortunio. In questo momento anche un giocatore come Gianluca Caprari meriterebbe di giocare per come sta e per quello che fa vedere in allenamento. Le scelte poi dipendono dalla partita, dalle situazioni tattiche, c’è un aspetto mentale da considerare. Ci sono calciatori come Cornelius che ha sempre giocato e si può pensare a qualcosa di diverso: quando si fanno delle scelte si tiene tutto in considerazione. Lì davanti c’è Mattia Sprocati, rientra Luca Siligardi. Sono tutte possibilità in più che mi tengo sia per farli giocare dall’inizio o da utilizzare a partita in corso perché i cambi devono servire a migliorare la prestazione della squadra: avere tutto questo potenziale a disposizione è un vantaggio per me”.
Come si concilia l’esigenza di far fare gamba ai giocatori e quella di non sovraffaticarli? È difficile trovare l’equilibrio sul piano fisico?
“La condizione chiaramente la si trova non tanto con gli allenamenti, visto che si gioca ogni tre-quattro giorni, ma proprio con la partita. Si può andare incontro a situazioni dove magari ci sono quei calciatori che le fanno tutte per novanta minuti e bisogna stare attenti. In questo periodo, molti discorsi li faccio più del dovuto con il Dottore e con i Preparatori Atletici perché bisogna cercare di evitare degli infortuni seri. Un esempio è il non utilizzo di Kucka a Genova: non è stata una scelta tecnica o tattica ma perché aveva un carico che avrebbe potuto portare a delle problematiche e in questo momento non ci possiamo permettere di perdere dei calciatori. Si collabora, si parla, a volte si sentono anche le sensazioni dei calciatori stessi perché sono maturi e capiscono che non si deve ragionare sulle due partite in una settimana ma, visto che ce ne sono tre, la situazione è diversa”.