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Napoli-Inter, Conte: “Non dobbiamo rilassarci c’è ancora tanta strada da fare. Critiche? Il problema sono io non l’Inter”

Antonio Conte in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Inter, match della 31a giornata della Serie A

Domani l’Inter sarà impegnata nella dodicesima giornata del girone di ritorno della Serie A 2020 /2021 contro il Napoli di Gennaro Gattuso. Alla vigilia del match l’allenatore nerazzurro Antonio Conte ha presentato il match in conferenza stampa. Ecco le sue parole.

Che partita dobbiamo aspettarci?
Una partita impegnativa. Sapete che ho messo sempre il Napoli tra le due-tre squadre che potevano competere per la vittoria finale perché conosco la rosa e hanno Gattuso, un bravissimo allenatore. Ci aspetta una gara molto impegnativa.

Quanto si arrabbierebbe notando che qualcuno all’Inter possa pensare di gestire il vantaggio?
Non è questione di arrabbiarsi o meno, è questione di sapere che mancano ancora punti per arrivare alla meta. Andiamo a Napoli a giocarci la partita e cercare, come faranno loro, di ottenere una vittoria. Poi vedremo il risultato. Non possiamo fare calcoli perché nella mia esperienza passata non conviene farlo. Diventerebbe deleterio.

Quanto ti danno fastidio le critiche all’Inter?
Ho capito che sono io il problema a prescindere. L’importante è che non tocchino l’Inter.

C’è un rischio che non dovete correre da qui alla fine?
Non dobbiamo leggere troppo. Si sta dando per scontato il fatto che lo scudetto sia stato assegnato e questo è un rischio da non correre, una trappola in cui non cadere. Sappiamo i sacrifici fatti per arrivare in questa posizione ma dobbiamo essere umili per sapere che ancora mancano degli step per coronare un sogno.

Cosa pensa del momento di forma del Napoli e della situazione di Gattuso?
Come ho detto prima, il Napoli ha una rosa importante, penso una delle più importanti in A. A inizio campionato l’ho messa tra le candidate a lottare per vincere lo scudetto. Rino sta facendo bene, è un bravissimo allenatore, ma sappiamo benissimo tutti, me per primo, che l’allenatore è la persona più soggetta a ricevere situazioni poco piacevoli se mancano i risultati. Non è stato un anno facile nemmeno per me. Se un giocatore mi chiede consiglio se fare o no l’allenatore, gli rispondo che ci vuole passone. A volte anche quando fai risultato non sei nemmeno il più bravo. La passione ci deve far andare oltre giudizi giusti o non giusti.

Hai la percezione che sia cambiato qualcosa attorno a te per i risultati o anche per esserti messo come riferimento dell’Inter oltre il campo?
Penso siano stati solo i risultati.

Lukaku non è più il calciatore che ha comprato l’Inter, anche grazie a lei. Domani affronta Koulibaly, che può metterlo in difficoltà. Che consigli può dargli?
Stiamo parlando di un difensore che considero tra i due-tre più forti al mondo. Un giocatore molto forte che al Chelsea volevo portare. Un top che è anche cresciuto. E’ inutile che io presenti Koulibaly a Romelu, lo conosce. Lukaku è crescuto anche lui tantissimo, sarà un bel duello, ma per mettere in difficoltà l’avversario o il reparto bisognerà lavorare di squadra trovando in partita le soluzioni provate.

Nel calcio moderno quanto è importante avere una formazione riconoscibile e non cambiare tanto?
Ogni squadra penso debba avere una propria identità e riesci a dargliela se insisti su un determinato sistema. Poi oltre quello ci sono i principi, su quello puoi lavorare adattandoti ai diversi tipi di sistema. Quello che penso è che lavorando su un sistema per i giocatori è più semplice, lo riconoscono e su quello puoi apportare delle modifiche nel possesso e non possesso, ma una squadra la devi riconoscere. I principi possono invece essere inseriti in ogni sistema, ma più certezze hanno i calciatori e meno ci sono stravolgimenti.

Come ha lavorato Ivan Perisic, è recuperato? Quali sono le condizioni di Vidal?
Ivan è totalmente in gruppo, a disposizione. Vidal sta lavorando ancora a parte insieme a Kolarov per smaltire questo edema che ha avuto. Kolarov ha un problema alla schiena, ci auguriamo di averlo quanto prima.

E’ il Napoli la squadra che più vi ha messo in difficoltà all’andata? Cosa è cambiato da allora?
Ci sono momenti in cui metti in difficoltà tu gli avversari e altre il contrario. Loro hanno qualità. Hanno giocatori bravi ad attaccare gli spazi. Sono giocatori che si conoscono, giocano assieme da tanto. Hanno aggiunto giocatori pagati in maniera importante come Osimhen o come Lozano lo scorso anno. Sono forti. Come lo sono loro dovremo dimostrare di esserlo noi. Grande rispetto, andremo lì a giocarci la partita, alla fine non conterà chi impensierirà più l’altra. In Coppa Italia abbiamo perso 1-0 lo scorso anno a San Siro e avevamo dominato noi. Alla fine è rimasto che il trofeo lo hanno vinto loro.