Beppe Marotta ospite Radio Anch’io Sport
L’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta è intervenuto nella trasmissione radiofonica Radio Anch’io Sport, in onda su Radio Rai. Tanti gli argomenti toccati dal dirigente nerazzurro: punto focale il calciomercato con il punto sulle trattive in entrata e quelle in uscita, senza dimenticare di parlare della situazione del calcio italiano. Ecco le sue parole.
Sarà oggi il giorno dell’annuncio di Lukaku?
Posso dire assolutamente di no, dico invece in modo più generale che io, Ausilio e Baccin abbiamo il dovere di costruire una squadra competitiva nel rispetto della sostenibilità del nostro club, degli equilibri finanziari del club. Da qui si intrecciano sondaggi e trattative. Noi manager di calcio dobbiamo avere l’ambizione di tentare tutte le strade, senza avere paura e preoccupazione di non arrivare all’obiettivo. La pista Lukaku è percorribile, ma ci sono delle difficoltà e dobbiamo valutare se ci sono gli estremi per definirla o meno.
Si va più verso un calcio italiano con elementi esperti o c’è una crescita dei giovani?
Noi in Italia siamo sicuramente in grande difficoltà. All’inizio del 2000 eravamo primi a livello di fatturato e vittorie, oggi la prima società è la Juventus, all’ottavo posto per il fatturato. Il potere di investimento è molto limitato. Si è passati dal mecenatismo, con Berlusconi e Moratti, al modello attuale con le società che sono molto diverse, sono società di intrattenimento. Il mondo del calcio oggi deve fare i conti con la sostenibilità, la base di ogni azienda. Il campionato italiano è oggi di transizione, non è un punto di arrivo. Lukaku è l’esempio, arrivato due anni fa e poi attratto dalla Premier e dal Chelsea ed è partito. Dobbiamo considerarci non al top nello scenario europeo. Dobbiamo puntare sui giovani ma deve cambiare la cultura della sconfitta, le pressioni sono ancora troppo alte per dar spazio ai nostri giovani.
C’è il rischio che Lautaro possa andare via?
Come è giusto che sia abbiamo un business plan, il nostro target di riferimento, significa chiudere in attivo la campagna trasferimento e contenere i costi dei salari e in quest’ottima agiamo. È nostro interesse mantenere una squadra forte e competitiva, è la storia del club. Riteniamo che Lautaro sia un elemento indispensabile per poter proseguire con i nostri obiettivi.
Volete dare a Inzaghi la squadra pronta per il primo giorno di ritiro?
Cha abbia dei nuovi acquisti dico di sì. Poi chi saranno ancora non lo so. Per esempio Mkhitaryan sarà ufficiale nei prossimi giorni, Onana è già arrivato. Vogliamo anche valorizzare i nostri giovani della Primavera, abbiamo dei talenti importanti. Ci dobbiamo andare con i piedi di piombo e dare loro tempo. Dobbiamo allestire una grande squadra, questo lo sappiamo.
Skriniar potrebbe essere il giocatore sacrificato dall’Inter?
Secondo me questo è un mercato dove è più difficile sostituire un attaccante che un difensore. Quello sarà il settore dove saremo costretti ad agire. Stiamo ipotizzando alternative valide nel caso in cui qualcuno dovesse partire. Bremer è un giocatore che farebbe comodo a tantissime squadre di vertice, è un giocatore sul quale sono poste tutte le nostre attenzioni.
La prossima prossima può essere quella giusta per gli annunci di Dybala e Lukaku?
È difficile dare una risposta precisa, sono i nostri obiettivi ma dobbiamo pensare alle questioni economiche. Ci siamo buttati a capofitto su questi due giocatori, se ce la faremo bene, altrimenti ci sposteremo su altri obiettivi. Non è il singolo giocatore che conta ma la squadra e questo gruppo è già forte.
Gnonto era un giocatore dell’Inter, poi è andato all’estero. Perché?
Questa è una denuncia che faccio in modo concreto. In Italia dal punto di vista normativo è mancato l’apprendistato. Ora siamo arrivati a questa conquista e i nostri giocatori che alleviamo adesso non hanno la facoltà di andare all’estero in modo unilaterale e incontrollabile.