Luciano Spalletti in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Napoli
Giornata di vigilia per il Napoli di Luciano Spalletti che domani affronterà l’Inter allo stadio Giuseppe Meazza nella sedicesima giornata della Serie A 2022/2023. L’allenatore dei partenopei ha presentato la sfida ai nerazzurri nella consueta conferenza stampa pre-partita. Ecco le sue parole.
Come sta la squadra? E’ pronta?
“In questo periodo di break abbiamo fatto quello che dovevamo, lavorando in profondità su tutte le qualità che servono, valutando individualmente i calciatori tra chi tornava dal mondiale e chi era stato in vacanza. Per quello che abbiamo visto le risposte sono state buone, come ho già detto per noi non è un ripartire perché con la testa siamo rimasti a dove abbiamo lasciato. Abbiamo iniziato questo bellissimo viaggio un anno e mezzo fa e non ci sono fermate, non ci sono stazioni, ci fermeremo solo quando sapremo come sarà finita”.
La frase ricorrente in città è “faranno di tutto per farci cadere”. Senza parlare di complotti, ma il Napoli è il nemico da battere: è uno stimolo in più o un’insidia?
“Noi non pensiamo a complotti di nessun genere, però se tanti e spesso tirate fuori questi discorsi è segno che il nostro sistema è migliorabile. La credibilità deve essere la prima cosa, soprattutto in un momento come quello attuale, bisogna lavorare con estrema attenzione ed essere bravi ai nostri comportamenti, scritti, parlati, per non alimentare questi dubbi. Noi dobbiamo usare l’amore di Napoli per questo sport, la nostra voglia di dare felicità alle persone e giocare belle partite”.
Su Lobotka e Kvaratskhelia.
“Si sono applicati in maniera corretta. Con la Juve Stabia è venuto fuori un bel match, sia Kvara che Lobo hanno fatto una prestazione di buonissimo livello per il tempo che li ho tenuti dentro, si va tranquilli con la loro qualità. Kvara ha imprevedibilità, cose normali le fa diventare eccezionali, per noi è un grande valore aggiunto. Sono questi i calciatori che determinano dal niente l’occasione importantissima della partita, senza aver bisogno di schemi e compagni, supera gli avversari e determina”.
Lei ha parlato di sistema migliorabile, la designazione di Sozza ha scatenato polemiche.
“Dobbiamo comportarci meglio tutti, pensare in maniera corretta tutti ed eliminare questo modo di pensare”.
Come sta Rrahmani?
“Forse è quello che andrà giudicato per la prestazione per il periodo che ha attraverso, ci vorrà la partita per poi trarre le conclusioni sulla sua condizione. E’ chiaro che per me diventa facile dire che ha fatto tutto, rientrando gradualmente, seguito passo passo da Cacciapuoti, siamo soddisfatti ma serve il risultato del campo, della partita, per giudicare”.
Cercare altri stimoli per evitare appagamento?
“Noi non ci arriviamo forti della posizione in classifica o di non aver mai perso, ma forti per la consapevolezza di ciò che sappiamo fare in campo. E’ quello fondamentale per avere buone statistiche, solo su questo svilupperemo le prossime gare, su quello che sappiamo fare in campo. Avremo di fronte una grande squadra, non ti salva dove sei ma cosa sai riproporre in partita, come sai confrontarti anche se alcuni club superati sono di quelli importantissimi e non c’è stato timore di non farcela. Si gioca il nostro calcio, che è piaciuto a tanti, ed ha dato benefici alla squadra e che ha esaltato molti giocatori”.
Ha le stesse sensazioni positive dei mesi scorsi?
“Sono sempre giuste, io voglio essere sotto pressione al massimo. io quando lavoro lo sono sempre e sono felice così, quando sei al massimo come voglia, preparazione, attenzione, mi aspetto una risposta corretta per ripagare le attese dei tifosi, del nostro popolo”.
Che Inter si aspetta senza Brozovic e forse col doppio centravanti.
“E’ una squadra di livello top, negli ultimi 3 anni e mezzo ha fatto investimenti da squadra di livello top europeo, ha grande capacità di dilatare facilmente il campo per ampiezza e profondità. E’ una squadra che sa chiudersi, lascia il doppio centravanti contro i nostri due centrali e nei ribaltamenti dell’azione diventano pericolosi e dovremo stare sempre in ordine, con equilibrio tattico di squadra. Loro ti costringono a modificare forma in un attimo, per la fisicità che hanno addizionata alla qualità tecnica, sanno cambiare velocemente l’azione, sui quinti, sulle due punte, e noi dovremo essere bravi a mantenere equilibrio ed il comando del gioco che è fondamentale”.
Sui 5 nazionali reduci dal Mondiali.
“Stanno tutti bene, forse c’è quello che sta benissimo e quello che sta bene e basta, ma sono tutti pronti a giocare questa grande sfida, lo sappiamo da quando è uscito il calendario che sarebbe stata una grande sfida”.
Quanto è importante per l’Inter e quanto per il Napoli?
“Noi siamo entrati in una fase eccitante e godibile del nostro lavoro, siamo in un grande campionato a giocarcelo con le altre. Non è una sfida solo della squadra, ma di una città intera, solo le grandi sfide consegnano a chi le affronta in maniera corretta una grandezza. Si diventa grandi nelle grandi sfide, se si vanno a usare tutte le nostre qualità, dobbiamo essere più forti di tutto, scetticismo, pregiudizio, pure le paure di chi ci vuole bene. Dobbiamo giocare liberi da tutto, senza dubbi così ci metteremo qualcosa di più, sapendo che lo facciamo per l’orgoglio della nostra città intera e per quello che ho visto i calciatori sono dentro questa grande sfida”.
Sull’importanza di Lukaku.
“Perché Dzeko, Calhanoglu, Skriniar? Alcuni che ho anche allenato e so benissimo il valore di questi campioni, le insidie non hanno un nome di un giocatore, ma il nome Inter”.
Sulle dichiarazioni dei rivali.
“Noi dobbiamo staccarci da tutte queste cose, entrare in sintonia il più possibile con l’amore della città con quello che può essere il valore della follia e della felicità di Napoli, cose importantissime, poi quello che sviluppiamo può far felice molti bambini, molte persone che magari sono meno fortunate di noi e questo deve essere da stimolo, le altre cose sono bischerate che ogni tanto vanno lasciate così, c’è un pezzo di campionato lunghissimo e partite importanti da disputare. I giocatori sanno che possono ritagliarsi dei momenti fondamentali, indelebili nella loro vita”.
Sono accaduti fatti molto gravi dallo scandalo D’Onofrio, l’inchiesta Prisma ecc mentre l’Italia guardava il Mondiale dal divano. Con quale credibilità si affronta la seconda parte di stagione?
“Andrebbero sviluppate con molto tempo, bisogna sempre domandarci se tutti stiamo facendo del nostro meglio affinché sia un calcio più credibile, potendo usare il calcio anche per il sociale. Non so se si può andare nelle situazioni con una frase in una conferenza rivolta alla gara con l’Inter, la cosa fondamentale è quella, poi ci sarà tempo per approfondire, ma in questo momento parliamo della partita”.
Sulla ripresa dopo il Mondiale.
“Intanto si può usare l’entusiasmo del popolo argentino, è energia pura che possiamo usare per il nostro calcio. Poi abbiamo visto un calcio fatto di continui imprevisti, come in finale, qualità assoluta a livello individuale, ne usciamo arricchiti da ciò che abbiamo visto e poi quella che sarà la ripresa sono convinto che ci troveremo anche qualcosa del mondiale e il campionato sarà di primo livello come sempre”.
Analogie Napoli-Argentina? Spalletti si sente più napoletano nel procedere di questo percorso?
“Lo Scudetto è un po’ la vostra ossessione, non la mia, si va sempre a finire lì. La mia ossessione è vedere impazzire di gioia questa città, ho imparato anche io ad essere napoletano, mi sono accorto che già lo ero abbastanza e questo veder esplodere la città di gioia è quello che più mi farebbe piacere al di là dei meriti e degli elogi”.
Sulla scomparsa di Pelé
“E’ stato un altro dispiacere che abbiamo subito in questo periodo, Messi, Maradona, Pelé, anche se in diverse fasi sono e sono stati calciatori che hanno lasciato un marchio indelebile per le loro qualità tecniche e professionali. Su Pelé volevo fare i complimenti a chi non ha tolto la maglia, su richiesta del giocatore, ma lui era già moderno come persona. Se una maglia si toglie, lo dico a chi resta indietro, poi non si vede più. Il 10 andrebbe fatto vedere più possibile che è di Pelé, alcune cose non le capisco ma complimenti a chi non ha levato il numero di maglia”.
Lo dice anche per rivedere la 10 del Napoli?
“Quello di avere il numero dei grandi giocatori è una cosa che ritengo corretta, non è mettendola nell’armadio… vedendola tutti i giorni ritorna in mente ancora di più ed è una responsabilità ancora maggiore per chi la indossa e chi ci gioca insieme per essere a quel livello lì”.