Inter sconfitta dalla Juve nella semifinale di andata della Coppa Italia
Sconfitta che brucia e fa male quella dell’Inter contro la Juventus nell’andata della semifinale di Coppa Italia. Nerazzurri subito in vantaggio grazie al gol di Lautaro Martinez. Ecco l’analisi della Gazzetta dello Sport in edicola oggi.
“Alla seconda, l’allievo Pirlo ha battuto il maestro Conte. Non gli ha restituito il dominio schiacciante che i nerazzurri imposero in campionato, ma ha presentato una Juve solida, pratica e determinata, che ha meritato al di là dei gentili omaggi degli avversari”.
“Per prendere il posto della Juve, non basta batterla platealmente una volta. Bisogna saperlo rifare e soprattutto volerlo. Ieri all’Inter non sono mancati solamente Hakimi e Lukaku, è mancata prima di tutto la voglia di aggredire ogni seconda palla, la disponibilità al sacrificio e alla concentrazione massima. Il simbolo è l’errore di Bastoni sul raddoppio di CR7: il ragazzo, che aveva mandato in gol Barella con un lancio alla Suarez, ha perso la palla decisiva per una sbadataggine, con la sciagurata collaborazione di Handanovic. Il rigore del vantaggio lo aveva regalato, altrettanto sciaguratamente, Young. Un passo indietro nel percorso di crescita di Conte e una conferma in più: senza Lukaku, senza la sua profondità, la sua lotta, la sua forza, la sua generosità, l’Inter sarà sempre un’altra cosa”.
“Il gol del vantaggio fa più male all’Inter che alla Juve: questa è la sensazione. Perché i nerazzurri, inconsciamente, si convincono che sia tutto facile e, soprattutto, simile alla partita di campionato del 17 gennaio. Là Conte sfondò a destra, con Hakimi e Barella, qua, già al 9’, ecco lo stesso Barella lanciato da un buon lavoro di Sanchez ai danni di Demiral. Corsa nello spazio del ragazzo sardo e cross basso per Lautaro che brucia De Ligt e buca un incerto Buffon. È il primo assalto dei nerazzurri. Troppo facile? Forse. Ma di sicuro non è uguale alla volta scorsa, perché saccheggiare la profondità sarà molto più difficile senza Hakimi e senza Lukaku che toglie all’Inter una delle sue soluzioni preferite: la palla alta e lunga”.
(fonte: Gazzetta dello Sport)