UEFA

Fair Play Finanziario, atto dovuti i controlli dell’UEFA nei confronti delle società, Inter inclusa

Approfondimento sui controlli dell’UEFA in chiave Fair Play Finanziario

Nel corso dei giorni scorsi la UEFA ha aperto dei procedimenti nei confronti della maggior parte dei club, Inter inclusa, in chiave Fair Play Finanziario. L’edizione del Corriere dello Sport, spiega come quello del massimo organismo europeo del calcio, sia un atto dovuto in seguito all’aggravarsi della situazione economica dovuta al Coronavirus.

“La regola cardine del Fair Play Finanziario si chiama break-even rule (pareggio di bilancio). Obbliga a coprire almeno i costi con i ricavi senza ricorrere a ricapitalizzazioni dell’azionista per sanare le perdite con uno sforamento massimo di 30 milioni in tre anni. Acqua fresca pensando alle centinaia di milioni di perdite che le società stanno accumulando”.

UEFA-bandiera[2]
UEFA-bandiera[2]

“La verità è che non si può imporre il pareggio a un’industria che soffre dell’improvvisa evaporazione dei ricavi. Il grosso si deve al crollo del player trading dovuto alla rarefazione degli scambi sul mercato e alla generale perdita di valore dei cartellini. In assenza di asset materiali come lo stadio e di un brand capace di generare ricavi commerciali da sponsor e merchandising, sono spesso i calciatori l’unico bene di proprietà. Un bene costoso, deperibile, volatile”.

“In queste condizioni, prescindere dal contributo degli azionisti è impossibile. Nel panorama dei club europei qualcuno ha fatto ricorso alle ricapitalizzazioni (la Juve: 700 milioni in due anni) a copertura di perdite causate da eccessivi investimenti del passato. Altri (Inter) hanno venduto campioni per raddrizzare squilibri che le difficoltà dell’azionista non potevano più sostenere”.

(fonte: Corriere dello Sport)