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Curva Nord: “E’ il momento del lutto. No alla ripresa del campionato”

Anche la Curva Nord dell’Inter contro la ripresa del campionato

Dopo i tifosi della Roma, del Lecce e del Torino, anche i tifosi dell’Inter, e in particolare gli esponenti della Curva Nord, si sono esposti contro la ripresa del campionato di Serie A in un lungo messaggio pubblicato sulla pagina facebook di riferimento.

È il momento del lutto e del silenzio. O almeno così dovrebbe essere.
Milano piange i suoi morti. La Lombardia e l’Italia intera sono in ginocchio e la vita di tutti noi è segnata da un presente devastante e da un futuro incerto. Abbiamo fino ad ora reputato che lo strumento più forte in nostro possesso fosse quello di esporci attraverso un impegno sociale- mai prima come adesso – necessario. Campionato sì, campionato no. Stadi pieni, stadi vuoti. Chissenefrega. Non può essere una diatriba e nemmeno un qualcosa su cui riflettere”.

Come si fa solo a pensare che possa ripartire il calcio italiano quando è oramai assodato che per un lungo tempo dovremo rispettare tutti delle regole ove il contatto fisico non è previsto? Il problema minore della questione sarebbe comunque nella gestione degli spalti Intatti, con le dovute accortezze e limitazioni, si potrebbe comunque far tornare la gente allo stadio in tempo zero. Ma come si può pensare di giocare una partita di pallone se bisogna stare ad un metro di distanza tra persone? Perché nessuno dice questo?
I giocatori sono esseri umani, che possono anche essere controllati quanto si vuole all’interno degli impianti sportivi. Ma poi, finiti gli allenamenti, tornano a casa, hanno una famiglia e parenti, amici. E la trasmissione del contagio diviene quindi incontrollabile. Ed ovviamente ci sarà sempre qualche ‘positivo’ al virus in un campionato. E’ banale a dirsi ma mediaticamente quest’aspetto pare sommerso (accorgesene potrebbe avere un sapore rivoluzionario per le tante parole lanciate vanamente al vento da chi vuole ‘ripartire’)”.

E’ per tutti un enorme dispiacere e sacrificio, ovviamente. Ma prima che Ultras siamo UOMINI e DONNE d’ITALIA. Ci sarebbero sì l’Inter, gli spalti che adoriamo, la nostra Curva Nord e tutto quello che è la magia di una vita donata per una missione come la nostra. Passione e dedizione assoluta.
Quello che cerchiamo di dare ogni volta che la nostra Inter scende in campo ora però serve altrove. In maniera diversa, ma con uguale orgoglio e tenacia. Ora serve per aiutare chi ha davvero bisogno, per supportare chi lotta appeso ad un filo tra la vita e la morte. Il nostro tifo, le nostre grida d’Amore vanno a chi è in prima linea a difendere ogni singolo respiro degli ammalati. Il calcio va messo da parte”.

Al tempo stesso decidiamo in maniera netta di non aderire ad alcun tipo di raccolta firme tra gruppi ultras, non certo per questioni di contenuto ma perché sappiamo bene che da queste iniziative generalmente lodevoli c’è sempre qualcuno che cerca di trarne visibilità o beneficio. Sia a livello ultras, sia sul piano politico istituzionale. E davvero non abbiamo voglia di addentrarci in contesti del genere ove spesso si va a degenerare in un bieco “soubrettismo”. Noi ci rapportiamo solo con i nostri gemellati. Fine del discorso. Ce ne rimaniamo quindi soli, saldi ed in isolamento. Ma col cuore vicini uno ad uno agli appartenenti della Curva e a chi condivide le nostre battaglie. Adesso, chiarita in maniera doverosa la nostra posizione, ricali il sipario”.

Silenzio e rispetto.