Conte ha trasformato l’Inter
L’Inter si prepara al rush finale di questo campionato. I nerazzurri nelle ultime due stagioni hanno via via annullato e rimarcato il divario nei confronti delle rivali di sempre arrivando così a guadagnare ben 107 punti a partire dall’inizio della scorsa stagione.
“Il risultato è nei numeri: con Conte l’Inter ha guadagnato complessivamente 107 punti sulle rivali d’alta classifica, annullando e ribaltando il divario con chi alla fine del 2018-19 la precedeva (Juve e Napoli), trasformandosi in una creatura imprendibile per chi era già sotto. Antonio è l’uomo che ha rovesciato la Serie A. Con lui l’Inter è diventata credibile”.
“In campo l’Inter è oggi un meccanismo riconoscibilissimo: dalla prima amichevole con il Lugano dell’estate 2019 alla partita con il Cagliari, 22 mesi di lavoro con Conte, di difesa a tre, di interscambi tra Lukaku e Lautaro, di cambi gioco da un terzino all’altro, di uscita basse con l’esterno che gira a memoria sul centravanti. Il tecnico ha inculcato il suo calcio nella testa dei giocatori: il gol al Cagliari, arrivato su cross di un esterno e gol dell’altro, è la firma evidente del 3-5-2 di Antonio. L’Inter è sempre la stessa, in campo. Quel che in realtà cambia, da un match all’altro, è solo il baricentro, il livello di aggressività e dunque del pressing che si mette in atto”.
“Nel metodo Conte c’è una parola più sottolineata di altre: leadership. Conte è stato subito riconosciuto dal gruppo come l’uomo che avrebbe dovuto condurre i giocatori al successo. Passaggio non da poco: la rosa nerazzurra è formata da molti calciatori che non hanno mai condotto un campionato di vertice in un torneo top. Conte sì. Ha vinto alla Juventus, al Chelsea, in Nazionale ha portato l’Italia a giocarsela con le più grandi. Il fattore Conte si è materializzato in punti in più in classifica. Sarebbe stato lo stesso con altri tecnici? Con lo stesso Spalletti, al quale pure va riconosciuto il merito di aver riportato l’Inter in Champions? Ad Appiano sono sicuri di no. La differenza l’ha fatta l’allenatore”.
“Conte e Mourinho non sono esattamente amici. Ma l’Inter che torna ad assaporare lo scudetto, undici anni dopo Mou, ha diversi punti di contatto con quella squadra. Mourinho sentiva il rumore dei nemici. E anche Conte si è «appoggiato» a una difficoltà esterna per compattare il gruppo di lavoro. Anzi, a due difficoltà. La prima, l’eliminazione in Champions, che ha unito la squadra verso l’unico vero obiettivo a quel punto rimasto, il campionato. La seconda difficoltà: le noie societarie. L’Inter è decollata proprio in contemporanea con le voci su Suning. Quel momento ha dato lo spunto al tecnico per chiamare a raccolta i suoi, per compattare ancor di più il gruppo verso lo scudetto”.
“L’altro salto di qualità dell’Inter è stato nella gestione degli scontri diretti. Lukaku e soci in questa stagione hanno un saldo positivo (o comunque non negativo) con tutte le altre sei rivali per l’alta classifica. È la prova di forza di cui avevano bisogno i calciatori, per convincersi che vincere sarebbe stato possibile. Tra qualche anno, nel ricordare questo campionato nerazzurro, la gara con il Sassuolo dell’andata sarà menzionata come quella della mutazione tattica. Ma la vittoria a San Siro contro la Juventus avrà invece il sottotitolo della svolta mentale”.
(fonte: Gazzetta dello Sport)