San Siro

Calcio e tifosi post emergenza: capienza ridotta e acquisti via app. I dettagli

Ecco come i tifosi potrebbero tornare allo stadio

Almeno fino a Natale di quest’anno il calcio quando ripartirà lo farà senza tifosi. Una volta che si potrà tornare sugli spalti come sarà? Se lo è chiesto il Corriere della Sera che nell’edizione odierna spiega quale misure potrebbero essere applicate, almeno per i primi tempi: dall’acquisto dei biglietti all’accesso allo stadio.

“Gli impianti della fase 3 dovranno essere il più possibile automatizzati. Non sarà semplice, perché gli stadi italiani sono per la maggior parte obsoleti, complessi da adeguare. Ma si dovrà fare. Per forza di cose. Altrimenti resteranno vuoti o semivuoti per lunghissimo tempo. Fondamentale abbattere la possibilità di contatti”. 

INGRESSO ED USCITA – A partire dall’ingresso allo stadio, che andrà scaglionato, come l’uscita, con orari prestabiliti per evitare assembramenti. I tifosi andranno sottoposti al controllo della temperatura corporea per fermare le persone a rischio. C’è il progetto di scanner facciali per evitare di dover ricorrere al «pat down», il controllo dell’addetto che perquisisce le tasche. Qui però sorgerà un problema: come fare con le mascherine? Fino a due mesi fa sarebbero state vietate, perché impediscono l’identificazione del tifoso, per lungo tempo saranno invece obbligatorie (e griffate, con i simboli e i colori del club: in Germania sono già cult). La soluzione più logica e semplice sarà limitarsi al controllo del documento.

BIGLIETTI  Fondamentale sarà incentivare l’uso degli acquisti via smartphone, in modo da evitare scambio di banconote. Per cibo, biglietti, merchandising. Un’app potrebbe permettere di evitare assembramenti e file ai bar, con la creazione di un sistema di localizzazione del cliente o di avviso per quest’ultimo. Capitolo porte: addio maniglie, dovrebbero aprirsi e chiudersi a infrarossi.

CAPIENZA, SPALTI E ULTRAS – Potrebbe cambiare addirittura anche il modo di tifare. Si potrebbe arrivare perfino a far sedere gli ultrà. «Non per una questione di sicurezza ma perché sarà l’unico modo per occupare uno spazio ben definito e distante – spiega Stefano Perrone, direttore operativo del Parma e consulente della Lega di serie A per la gestione degli stadi -. In una prima fase è immaginabile un’occupazione dei posti a scacchiera, un po’ come si farà sui treni e in metro: la capienza potrebbe essere dimezzata, perché gli stadi italiani sono in media vecchi, quindi con spazi stretti oggi».

(fonte: Corriere della Sera)