Mihajlovic

Bologna-Inter, Mihajlovic in conferenza stampa: “Faremo la nostra partita. Importante l’aspetto mentale”

Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa alla vigilia di Bologna-Inter, match della 29a giornata della Serie A

Giornata di vigilia per il Bologna di Sinisa Mihajlovic che domani ospiterà l’Inter al Renato Dall’Ara nella decima giornata del girone di ritorno della Serie A 2020/2021. L’allenatore dei rossoblu ha presentato la sfida ai nerazzurri nella consueta conferenza stampa pre-partita. Ecco le sue parole.

Come stanno i giocatori rientrati dalla nazionale?
“A parte Skorupski che si è contagiato, gli altri ieri hanno fatto lavoro differenziato, ma sono tutti disponibili. Mancherà solo Hickey che si deve operare alla spalla e Mbaye che ha un piccolo risentimento e dobbiamo valutarlo. Abbiamo qualche difficoltà dietro, ma 11 li raccattiamo”.

Domani sarà la solita partita di sacrifico che il Bologna deve fare?
“Noi non sappiamo fare altro. Noi faremo la nostra partita, non siamo quelli che piazziamo il pullman dietro e aspettiamo. Giocheremo con la solita mentalità, senza cambiare nulla. Come ci può mettere in difficoltà l’Inter, noi potremo mettere in difficoltà loro… E nelle ultime partite che abbiamo giocato contro i nerazzurri, si è visto. Di sicuro non possiamo permetterci di sbagliare l’atteggiamento mentale, perché se non ti motiva giocare contro questa grande squadra allora è meglio cambiare mestiere”.

Quanto ha battuto su questo tasto nelle ultime settimane?
“Tantissimo, ma si vede che non è servito a niente. Perché dopo la Samp, abbiamo giocato a Crotone e il primo tempo è stato quello che è stato. Oggi parlerò con i ragazzi, proprio per capire. La società voleva mandare anche la squadra in ritiro un giorno prima di cCotone, perché di aveva paura che si sbagliasse l’atteggiamento, sono stato io a dire di no perché pensavo che non sarebbe successo… e invece. Noi non ci possiamo permettere di sbagliare l’approccio mentale, perché altrimenti perdiamo con tutti. Spero nelle prossime dieci partite che non succeda più”.

Può precisare meglio i problemi sui terzini? Tutte le partite, dal Crotone all’Inter, esigono una regola difensiva… Con l’Inter qual è la sua strategia?
“Quello che toglierei all’Inter sono Lautaro e Lukaku, perciò quando si gioca con squadre così forti tutta la squadra deve fare una grande partita in fase difensiva e poi si spera che l’avversario non sia in giornata. Noi cercheremo di giocare sui loro difetti e faremo in modo di far arrivare meno palloni ai giocatori di qualità. Sono curioso di vedere il duello tra Soumaoro e Lukaku, perché credo sia l’unico che può contrastarlo dal punto di vista fisico. Per quanto riguarda i terzini, Tomiyasu e Dijks sono entrambi diffidati, Mbaye non si sa se recupera dal fastidio rimediato in nazionale, Hickey si deve operare alla spalle e De Silvestri oggi prova a fare allenamento. Per domani due ci sono sicuro, spero di recuperare anche De Silvestri che ha un lieve fastidio al polpaccio”.

Skov Olsen com’è tornato? Felice?
“Si è svegliato! Come il Marchese del Grillo di Alberto Sordi. Vediamo se rimane sveglio anche domani, spero non vada in letargo. Quando fa gol lui è perfetto, così come se difende. Lui è perfetto quando fa quello che dico io, come tutti. Vediamo se giocherà domani, lo valuteremo oggi visto che è il primo allenamento dopo la nazionale. Orsolini si è allenato bene e per me entrambi sono due titolari. Comunque chiunque giocherà poi sarà cambiato con l’altro. Siamo coperti in quel ruolo”.

Come sta Gary Medel? Con il Cile ha giocato in difesa. Inoltre, in Sudamerica si è parlato molto dell’interesse del Boca… Quanto è importante Gary per il progetto Bologna?
“Lui se sta bene mentalmente e fisicamente è importantissimo, ma se manca una di queste due situazioni diventa un giocatore normale e in questo caso bisogna gestirlo meglio. Sono contento che abbia giocato tutta la partita in nazionale, è tornato contento. Noi ora per il momento abbiamo una squadra che sta girando bene, lui può giocare sia come centrale, che come mediano e nelle prossime partite sarà un giocatore che ci darà una mano. Arriverà la sua occasione, perché lui è un leader, un giocatore di esperienza. Per quanto riguarda il Boca, gli ho chiesto di portarmi maglia e pantaloncini con il numero 11, perché mi piace la maglia del Boca. Poi non so se ci vada o no… Ma spero mi arrivi la tenuta, così d’estate vado a fare il figo”.

Un suo ricordo di Marcelo Salas, suo compagno alla Lazio?
“Sono molto legato a lui, è stato un grande. In Cile è il presidente di una squadra di serie B. Mi ricordo una volta nel post campionato, andammo a fare un torneo in Cile e quando stavamo atterrando ho visto tutta la gente inginocchiata per emulare la sua esultanza. Lo veneravano”.

La logica direbbe che domani punterà sul ragazzo più giovane anche in porta…
“Con me non c’è logica… vedete voi”.

Si aspettava che Soriano non giocasse in Nazionale?
“No, non me lo aspettavo. Penso che Soriano abbia dimostrato di essere il miglior centrocampista italiano per rendimento. Gioca al Bologna, ok, ma vedo giocare chi in campionato non vede mai il campo. Soriano che è il migliore in Italia è andato tre volte in tribuna e non mi sembra giusto… A questo punto era meglio che rimaneva qui ad allenarsi. Se avesse giocato in un’altra squadra non so se le cose sarebbero cambiate ma parlando da allenatore e non da amico di Mancini, io dico che Soriano si meritava di giocare. Ha fatto 9 gol, altrettanti assist… Almeno la soddisfazione di farlo giocare qualche minuto. E non parliamo di una nazionale con chissà quali giocatori”.

In un campionato dove i contagi giocano un ruolo predominante, quanto può pesare all’Inter non aver giocato per tre settimane?
“Non lo so quanto, ma so che l’Inter è l’Inter. Che giochino o no è lo stesso. Hanno riposato, ma tanto a presciendere loro hanno una rosa ampia. Loro cercheranno di vincere il più possibile da qui in avanti e a prescindere da quanto giocano secondo me non cambia niente”.
Un giocatore chiamato in Nazionale è meglio che torni stanco ma felice, piuttosto che riposato e deluso?
“Io credo che bisogna dare soddisfazione ad ogni giocatore. Se uno se lo merita è giusto che venga convocato. Soriano ha 30 anni, non è un ragazzino, ma almeno una volta in panchina… è il minimo. Se io fossi stato al posto di Soriano lo avrei mandato a quel paese Mancini e me ne sarei tornato a casa. Mi rode a me per lui”.

Sarà argomento di confronto con Mancini l’esclusione di Soriano?
“Non ho bisogno di confrontarmi. A me questo dispiace per il ragazzo. Penso che tutti la pensino come me”.

Nel modo di concepire la gara di domani molti pensano che siano una partita svolta/bivio per l’Inter, ma lo è anche per il Bologna…
“Io non sono uno di quelli che dicono quando giochi con l’Inter non hai nulla da perdere. Io ho da perdere eccome, posso perdere tre punti. Io non ho mai giocato una partita pensando di averla già persa, penso sempre di poterla vincere e questo sarà anche domani. Puoi c’è modo e modo di perdere, perché si può anche perdere la faccia, come con la Roma. Invece se vinci, oltre alla soddisfazione di aver vinto con una grande, è una partita che ti rimane impressa. Noi dobbiamo pensare positivo, dobbiamo cercare di vincere queste partite, non possiamo accontentarci nemmeno del pareggio. Questa deve essere la nostra mentalità, se mi accorgo che è diversa succede un casino. Tutte e due le squadre hanno da vincere e da perdere. Noi siamo sulla buona strada, abbiamo 34 punti, dobbiamo pensare a salvarci e poi vedremo. Vogliamo migliorare gli scorsi anni”.

Cosa intende per ‘succede un casino’?
Poi te lo spiego… Per esempio se non avessimo vinto a Crotone, tornavano a nuoto… No scherzo, ma solo perché c’è qualcuno che non sa nuotare. Nella mia vita di allenatore ho fatto di tutto… Prima di concludere, voglio anche dire una cosa seria. Volevo fare le mie condoglianze alla famiglia di Daniel Guerrini, che era amico di mio figlio con cui aveva giocato insieme alla Lazio. Come sempre in questo mondo sono i migliori che se ne vanno per primi. Mi dispiace per lui e per la famiglia, ma anche per mio figlio perché erano molto amici.