Antonio Conte nel post partita di Bologna-Inter, match della 29a giornata della Serie A
L’allenatore dell’Inter Antonio Conte, al termine del match vinto per 1 a 0 contro il Bologna, e valevole per la decima giornata del girone di ritorno della Serie A, ha raccontato le sue impressioni sul match dello stadio Dall’Ara ai microfoni di Sky Sport.
“Con Oriali c’è un rapporto molto forte, abbiamo iniziato a lavorare insieme nella Nazionale. E’ inevitabile che man mano che ci si avvicina alla fine ogni vittoria diventa pesante. Oggi vincere su questo campo, contro una squadra che ti fa giocare non sereno, è stato un grande passo in avanti. Merito nostro, il Bologna è un’ottima squadra con un allenatore molto bravo; non era semplice, oggi è stata una giornata lunghissima avendo visto la partita del Milan in camera e poi quella del Sassuolo. Non ho visto la Juve essendo in pre-gara, ma giocare dopo tutti non era semplice. Però complimenti ai ragazzi, dopo le Nazionali è sempre molto difficile. Loro sono stati bravi a metterci tutto, la giusta attenzione e lo spirito giusto. Abbiamo ottenuto un’ottima vittoria ma ho già detto ai ragazzi che va suggellata con la partita col Sassuolo che per noi diventa importante”.
Considerati i risultati, l’entusiasmo nello spogliatoio, quello era l’abbraccio Scudetto? “No, perché va conquistato sul campo. Bisogna arrivare primi o deve esserci una matematica. Ci sono ancora dieci partite da giocare, per altre nove. La strada è lunga, mancano 30 o 27 punti da assegnare e sappiamo benissimo che il campionato italiano è difficile, ogni partita bisogna ottenere la vittoria. Man mano che le gare diminuiscono è inevitabile iniziare a vedere qualcosa, però noi vediamo quel qualcosa più vicino rispetto ad altri che vedono ugualmente quella cosa. Sta a noi meritarci questo primo posto, non abbiamo fatto assolutamente niente”.
Considerata la situazione societaria non facilissima, da dove siete partiti, cosa sarebbe lo Scudetto per Antonio Conte all’Inter? “L’Inter mi ha chiamato per cambiare la storia degli ultimi anni. L’obiettivo era in tre anni riuscire a vincere o a costruire qualcosa di credibile e dare orgoglio ai tifosi. Alcune cose sono cambiate dall’avvio del percorso, ma dobbiamo rimanere concentrati sul lavoro e pensare ad incidere dove possiamo farlo. Così stanno facendo i ragazzi, quello che succede all’esterno ci deve interessare ma non possiamo influire”.
Ranocchia è un uomo spogliatoio, quando entra fa bene. E tutta la rosa è a livelli molto buoni, questo è il tuo merito. “Merito più dei calciatori. Prendiamo Ranocchia: non ha giocato tantissimo ma quando ha giocato si è sempre fatto trovare pronto. Merito suo, dell’impegno che ci mette, dello staff che fa lavorare tutti come se dovessero giocare quindi quando sono chiamati sanno benissimo cosa fare. Poi sono anche supportati da una buonissima condizione fisica, il che permette a gente come Ranocchia, che è dietro a una colonna come Stefan de Vrij, di prendersi fiducia. De Vrij si allenava da due giorni con noi, non avessi avuto fiducia in Andrea avrebbe giocato Stefan. Ma tutta la rosa ha la mia completa fiducia, anche se giocano meno. Lo dimostra anche Young, tornato per l’affaticamento di Perisic”.
In Champions solo le grandi sono innamorate del loro allenatore come la tua. “Penso si sia creato qualcosa di veramente bello tra me, lo staff e i calciatori. Loro sanno che io sono coerente, non guardo il più piccolo, il più grande o il nome; sanno sempre che c’è una scelta per fare il meglio all’Inter. Per questo si è creato questo rispetto. Tutti diamo tutto per l’Inter e lo sanno, per questo si è creata questa simbiosi. Ora sarebbe bello portare qualcosa di importante in una stagione non facile e dare una soddisfazione ai tifosi dopo tanti anni”.