Alessandro Bastoni

Bastoni: “Scudetto parola vietata, la strada è molto lunga. Champions League? L’eliminazione ha lasciato il segno. Qui mi trovo bene”

Alessandro Bastoni intervistato da La Stampa

Il difensore nerazzurro Alessandro Bastoni ha concesso un’intervista a La Stampa. Tanti gli argomenti toccati a partire dal cammino in campionato dell’Inter (scudetto parola vietata) passando per l’eliminazione dalla Champions League (batosta che ci ha cambiato la stagione) a quello che sono le sue prospettive per il futuro (non ci saranno problemi a prolungare il contratto. […] magari capitano della squadra del cuore). Ecco le sue parole.

Oggi più che mai vicino allo scudetto.
“Alt. Quella parola all’Inter è vietata”.

Vabbé, ma nel caso un altro tatuaggio lo farebbe?
“Con gran piacere. Manca tanto, però. E nel calcio ci vuole niente a passare da tutti bravi e belli al fango”.

Voi ci eravate finiti tre mesi fa, dopo l’uscita dalla Champions.
“Già. Una batosta che ci ha cambiato la stagione”.

In che modo?
“Dopo il Real Madrid c’è stato un confronto collettivo per capire dove fossero gli errori. Lì è cominciata la svolta, con un senso di responsabilità rafforzato, con la cattiveria che Conte ci ha trasmesso”.

Fuori dalle coppe, siete decollati in campionato.
“Questione di testa. E di tattica: concedevamo troppo, col baricentro più basso siamo riusciti a vincere partite che ci sfuggivano. Sappiamo di poterci fidare l’uno dell’altro”.

Anche la Juve adesso non ha più l’Europa. Diventa il rivale più ostico?
“Lo è sempre stato. Il ko in Champions sarà uno stimolo in più. Resta il riferimento: l’obiettivo è finirle davanti”.

La scorsa estate il vostro allenatore è stato vicino a salutarvi.
“Con lui abbiamo avviato un progetto a lungo termine. Confesso: è stata una sorpresa che abbia puntato presto su di me. Spero resti a lungo”.

E lei che piani ha?
“Qui sto davvero bene. È la mia seconda casa e non ci saranno problemi a prolungare il contratto. Magari coronando poi un altro sogno: capitano della squadra del cuore”.

C’è però l’incognita Suning.
“Mai stato un problema: ci appagano i risultati del campo. Credo sia un bel messaggio per chi crede che si giochi per i soldi. Sono passione e voglia di vincere a prevalere su tutto. Altrimenti bisognerebbe cambiare mestiere”.