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Antonello: “Presenza Zhang segno di impegno nell’Inter. Stadio? Tempi brevi o passiamo al piano B”

Alessandro Antonello sulla situazione dell’Inter: dalla presenza di Zhang a Milano al nuovo stadio

L’amministratore delegato corporate dell’Inter Alessandro Antonello è stato intervistato da La Repubblica. Tanti gli argomenti toccati a partire della presenza costante di Steven Zhang a Milano, alla situazione finanziaria del club nerazzurro senza dimenticare la questione nuovo stadio. Ecco le sue parole.

Bisogna aspettarsi altri anni di austerity all’Inter? 
In questo momento è corretto garantire una sostenibilità economica e finanziaria al club e se questo significa una riduzione dei costi andremo avanti in questo senso. Con Beppe Marotta dobbiamo lavorare a braccetto. Lo scudetto della scorsa stagione e la nostra corsa di quest’anno dimostrano che le due cose si possono tenere insieme.

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COMO, ITALY – SEPTEMBER 28: General view during a press conference unveil new media house at Suning Training Center at Appiano Gentile on September 28, 2017 in Como, Italy. (Photo by Claudio Villa – Inter/Inter via Getty Images)

Intanto la sostenibilità a partire dai vostri conti: un 2021 chiuso con un rosso record di 245 milioni. Quest’anno come finirà? 
Quello dell’anno scorso era un risultato penalizzato da fattori straordinari: non solo la pandemia, ma anche l’interruzione dei rapporti con Conte, Nainggolan o João Mario. Quest’anno la perdita sarà più che dimezzata, diciamo attorno ai 100 milioni.

Arriviamo a San Siro. O magari a Sesto San Giovanni. Sul nuovo stadio che voi e il Milan volete costruire, il sindaco di Milano sta avviando il dibattito pubblico, condizione necessaria per partire. Che cosa vi preoccupa allora? 
Ancora una volta la lunghezza dei tempi rispetto a un progetto presentato tre anni fa. Il dibattito pubblico è lecito e corretto, ma come investitori dobbiamo avere la certezza dei tempi. Dobbiamo tenerci anche un piano alternativo nel caso le cose non vadano come previsto. Per noi costruire un impianto a San Siro è di sicuro la prima scelta, ma se il dibattito pubblico dovesse avere tempi troppo lunghi, o se il progetto già modificato ne uscisse stravolto, allora ci orienteremo su un piano B. Vogliamo un nuovo stadio e averlo è più importante rispetto a dove averlo.

Opinione diffusa numero due: il Milan è del fondo Elliott, voi avete una proprietà cinese. Appena ottenuto il via libera allo stadio venderanno a prezzo maggiorato…
La presenza del presidente Steven Zhang nell’ufficio qui accanto rappresenta anche fisicamente l’impegno di lungo termine della proprietà nel club.

Sullo stadio il piano B sarebbe a Sesto San Giovanni. Ma davvero l’hinterland a nord della città potrebbe essere un buon surrogato di un nome storico come San Siro? 
San Siro lo hanno fatto le squadre e il successo delle squadre. Se i club vincono possono dare lustro anche a un impianto altrove. E poi i tifosi si affezionano in fretta a uno stadio che può dare emozioni, ma anche tanti servizi.

(fonte: Repubblica)