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Antonello: “Nuovo stadio da valore alle squadre. Ecco perché la capienza di 65 mila”

Alessandro Antonello sul tema nuovo stadio

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina presso lo studio Barabino in Foro Buonaparte, a Milano, per approfondire i temi relativi alla costruzione del nuovo stadio, l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello ha così parlato del progetto alla vigilia del via al dibattito pubblico.

“In un progetto di rigenerazione urbana, San Siro ha un distretto multifunzionale con una vocazione di natura sportiva. Siamo a San Siro e anche nel nuovo progetto verrà valorizzato questo aspetto. Il nuovo impianto sarà un punto di arrivo e rispetto al progetto iniziale i club hanno rimodulato le volumetrie per più di un terzo, abbiamo più che raddoppiato il verde. Vorrei ricordare che questa diventerà una zona a traffico limitato, forse la più grande di Milano. Riteniamo il nuovo stadio possa essere un valore aggiunto non solo per i club ma anche per i cittadini. Abbiamo risposto a tutte le richieste che ci sono state sottoposte. Questa è la versione aggiornata di tutte le richieste che tiene conto di tutte le richieste da parte dell’amministrazione”.

“L’altro elemento importante è che i club fanno parte della storia della città e di conseguenza l’intenzione è che i club continuino a investire su Milano e per Milano, non solo per i tifosi ma anche per la cittadinanza. L’investimento è di circa un miliardo e 300 milioni di euro e darà molti posti di lavoro. Gli obiettivi sono di natura sportiva, Inter e Milan sono due club che competono a livello nazionale e internazionale. Ma oltre a questo ci sono obiettivi di natura ambientale, sociale e sostenibile. La sostenibilità è fondamentale in progetti come questi. Questi valori sono recepiti dal nostro progetto che andiamo a proporre. Dall’altro lato oggi i tifosi ci richiedono un’esperienza diversa rispetto a quella che si viveva anni fa. Oggi ci chiedono un’esperienza immersiva rispetto alla semplice visione della partita. Il fatto che ci siano servizi extra ci permette di avvicinarci agli standard europei. L’area sarà accessibile e aperta, rispettando i più alti standard qualitativi. Ci sarà una sostenibilità idrica, di circolazione della viabilità. Quindi questo è un progetto che cercherà di dare alla città una nuova area di aggregazione sociale. I club vogliono rinnovare questo senso di appartenenza alla città, con un progetto innovativo e attrattivo”.

“Sul campo di San Siro entrambi i club hanno avuto numerosi successi. Il fatto di essere ancora qua a Milano deve fare da trait d’union fra il glorioso passato e il futuro che i club vogliono vivere e trasmettere alle nuove generazioni. Poi la memoria può essere interpretata a livello architettonico. Ci saranno idee che ascolteremo e che vorremo fare nostre con degli architetti che ci aiuteranno. Il vecchio San Siro non lo vedrete più per un motivo necessario, rispettare la riduzione dei volumi. Poi sulla memoria possiamo sbizzarrirci con tante idee. Fa parte del nostro DNA perché i club hanno un legame importante con San Siro e con la città”.

“Siamo in una fase di studio di fattibilità, non è ancora un progetto esecutivo. Lo studio di fattibilità serve per trovare un’area e dare dei volumi. Poi la fase di progettazione esecutiva partirà dai vincoli che abbiamo e da lì si svilupperanno le idee architettoniche. Abbiamo scelto Populous perché ci piaceva la loro proposta architettonica. Ora siamo qui a dire che il progetto richiede determinati volumi, poi sulla situazione architettonica avremo tempo di pensarci durante la progettazione esecutiva. La capienza? Prima della pandemia la capienza media era intorno ai 60 mila spettatori. Dopo la pandemia c’è una partecipazione più ampia. L’idea è di avere uno stadio da i 60-65mila posti, su questo stiamo lavorando”.